“Immagina cosa possa significare essere rapiti nel cuore della notte. Vedere un fratello, una sorella o un amico costretti a marciare a piedi nudi nella fitta boscaglia, senza poter mangiare, né bere per giorni. Immagina che i tuoi figli siano obbligati a scegliere tra l’uccidere un compagno o essere a loro volta ammazzati a colpi di machete.”
Difficile immaginarlo, non è vero? Eppure in molte parti del mondo tutto questo accade veramente, in molte parti del mondo si consumano tragedie di cui non conosciamo l’esistenza, di cui le televisioni non ci parlano, e che invece dovrebbero essere raccontate con la speranza di riuscire a fermarle una volta per tutte.
A raccontarci una di queste tragedie è Grace Akallo. Era il 9 ottobre del 1996 quando la vita della piccola Grace viene sconvolta dall’arrivo dei ribelli di Joseph Kony, conosciuti anche come Esercito di Resistenza del Signore (LRA). Sono ormai passati venti anni dalla loro comparsa sul territorio, venti anni di soprusi, di violenze, di vere e proprie guerre armate. Ed è proprio per queste guerre che i ribelli sfruttano i bambini, li fanno diventare in poco tempo dei veri soldati.
La loro innocenza viene cancellata in un solo secondo, la loro infanzia è come se non fosse mai esistita. Intorno a loro c’è solo violenza, morte e abusi e in molti non ce la fanno a sopravvivere a queste condizioni. La piccola Grace per fortuna sopravvive, il suo incubo dura soltanto sette mesi.
La storia di Grace Akallo è stata pubblicata in Italia da Edizioni Clandestine con il titolo “Memorie di una bambina soldato“, una dolorosa testimonianza di tutta la violenza che avviene in Uganda ma anche in molti altri paesi del mondo. Purtroppo infatti situazioni simili sono all’ordine del giorno anche in Ciad, in Costa d’Avorio, in Congo, in Somalia, in Sudan, in Libano, tutti luoghi in cui oltre 250.000 bambini vendono sfruttati se non come soldati come schiavi sessuali.
La voce di Grace Akallo è il simbolo di tutti i bambini costretti ad una vita di violenza, è il simbolo del loro dolore ma anche della loro speranza. Questa voce è riuscita ad arrivare sino a noi grazie ad una suora italiana che ha fatto di tutto perché questo racconto non passasse sotto silenzio e grazie al contributo della scrittrice Faith McDonnell che traccia per noi in questo libro una storia quanto più dettagliata possibile dell’Uganda per farci comprendere al meglio la situazione.
Oggi in Uganda è stata raggiunta la pace, ma credete davvero che le ferite di un dramma tanto intenso possano rimarginarsi facilmente? La speranza è che le famiglie e i bambini soldato che hanno vissuto in prima persona queste tragedie possano con il tempo ritrovare la serenità, sappiamo però che è un percorso davvero difficile da intraprendere.
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